Questa lettera aperta è il frutto di una Assemblea che si è tenuta a Terni alla Casa delle donne a settembre 2018 dove erano presenti operatori/trici del Servizio Sanitario regionale e molte donne e uomini intertessat* al tema. L’assemblea ha valutato come molto grave la situazione Umbra, per la scarsa diffusione dell’aborto medico e per la scarsa attenzione alla possibile gratuità della Contraccezione. L’aborto farmacologico è completamente assente nelle Aziende Ospedaliere di Perugia e Terni (e quindi non si impara all’università!) e in tutti gli Ospedali della Provincia di Perugia.

Tra le prime firmatarie: la Casa delle donne di Terni, L’Agite (Associazioni ginecologi territoriali) a cui si sono aggiunte altre organizzazioni, come la Cgil Umbria e la rete Pro-choice. Sono state raccolte quasi 500 firme che sono state consegnate alla presidente della Regione, Catiuscia Marini.

 

Gentile Presidente Catiuscia Marini,

In occasione della Giornata Mondiale per l’aborto sicuro (28 settembre) Le chiediamo attenzione per risolvere le gravi problematiche presenti  da tempo anche nella nostra Regione in campo della Salute Sessuale e Riproduttiva.

Purtroppo dobbiamo registrare che l’Umbria  e’ ai primi posti in Italia per i tempi di attesa per l’aborto chirurgico ( 37% come in Calabria aspetta più di 3 settimane) e agli ultimi posti con il 5% per l’uso del vero aborto sicuro, quello che in tutta Europa e non solo ( Tunisia, Marocco…) utilizzano più di metà delle donne che si trovano a doverlo scegliere : l’aborto medico.

Sappiamo che  in Umbria da 8 anni è pronto il Protocollo approntato da specifica commissione scientifica per l’uso della RU486 ma non e mai stato oggetto di discussione in consiglio regionale e pertanto e’ inapplicato.Le donne dell’Umbria ora possono servirsi solo di  2 Ospedali ( Orvieto e Narni) in provincia di Terni che usano con buoni risultati il protocollo nazionale mentre in tutta la Provincia di Pg si attende da 8 anni il protocollo Umbro. Quindi la maggioranza delle donne non può scegliere di usare le pratiche meno invasive e pericolose per la loro fertilità futura.

Chiediamo quindi che il Consiglio Regionale finalmente permetta di estendere a tutti gli ospedali dell’Umbria tali pratiche più moderne e non chirurgiche, ormai molto sperimentate.

Sia l’Emilia Romagna che la Toscana hanno da anni approvato l’utilizzo della Ru 486 in modo ambulatoriale visto che è ormai provato come sia priva di rischi e da circa 30 anni in uso nel resto di Europa.

In Svezia, in Francia, in Belgio si può farne uso a domicilio avendo l’Ospedale come riferimento solo se ci fossero problemi.

Riteniamo importante mettere l’Umbria al passo con l’Europa e con le Regioni più avanzate, cosi come rafforzare tutte le azioni di informazione e di fornitura gratuita di contraccettivi per una sessualita libera e sicura come previsto dalla legge 194. Sarebbe dunque fondamentale implementare i servizi consultoriali e di prevenzione per garantire la salute della donna in tutte le sue fasi della vita.

Siamo un un periodo in cui in Italia insieme ai rigurgiti fascisti si cerca di mettere in discussione la liberta di scelta delle donne.

Facciamo si che in Umbria, per il rinnovato impegno di una donna al governo della Regione , dia un segnale di coraggio e di tutela della libertà e della salute femminile.

Puglia, Em.Romagna, Piemonte ed ora anche la Lombardia ( nda a Novembre anche le Marche!) hanno reso gratuita la Contraccezione nei Consultori almeno per alcune categorie di donne.

Non si potrebbe fare una scelta simile anche in questa Umbria dove la carenza di lavoro colpisce per primi i redditi delle donne?
Aspettiamo una risposta con atti di governo attenti ed efficaci. Non è un problema solo di spesa sanitaria ma di scelte culturali, politiche e scientifiche adeguate ai bisogni reali.

Certamente torneremo a parlare anche dopo questa giornata mondiale che vede anche al Parlamento Nazionale proposte come la Contraccezione Gratuita e l’allargamento dei tempi e dei modi di uso di RU486 oltre le 7 settimane come nel resto d’Europa.
Siamo sicure che questo appello pubblico non potrà lasciarla indifferente ed aspettiamo una pronta ed efficace risposta con atti di governo.