Per una sanità accogliente ed efficiente, contro i pericoli dell’aborto fai-da-te: sino a metà aprile si firma per sostenere la proposta di legge di ‘iniziativa popolare Aborto al sicuro. Una proposta che mira ad aggiornare l’applicazione della Legge 194 in Lombardia.
In nome del diritto alla scelta e alla salute delle donne
Quarant’anni di legge 194/78, eppure è ancora difficile accedere a un aborto legale e sicuro per le donne che scelgono di non portare a termine la gravidanza.
Secondo l’ultima relazione del Ministro della Salute sull’attuazione della legge 194, gli aborti clandestini in Italia sono stimati poco sotto il 15% del totale degli aborti nel nostro Paese.
Una cifra enorme in uno Stato che si definisce laico (Art. 7 della Costituzione: Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani ) e dove tutte le donne hanno diritto a un aborto in sicurezza e gratuito.
Aborto al sicuro, questo il nome della campagna lanciata a novembre 2018 da un comitato eterogeneo ma compatto, nasce proprio dalla constatazione che in Lombardia le donne faticano a vedere riconosciuto il proprio diritto a un aborto sicuro, a ricevere informazioni sulla sua prevenzione e ad accedere a ogni metodo contraccettivo, d’emergenza e non.
In concomitanza alle difficoltà di accesso ai servizi, si registrano sempre più frequenti notizie relative all’aumento degli aborti fai-da-te, soprattutto in esito all’impiego di farmaci abortivi acquistati via Internet, con tutti i rischi che ne conseguono per la salute delle donne, in particolare quelle in posizione di maggiore fragilità.
In Lombardia nel 2017 la percentuale di medici obiettori di coscienza è stata in media del 66,1%. I 5 ospedali di Gallarate, Iseo, Oglio Po, Sondalo e Chiavenna hanno il 100% di obiettori. Secondo i dati ufficiali che tendono per altro a sottostimare le cifre, in 11 strutture sono oltre l’80%, solo in 8 sono sotto il 50%.
Questi numeri si traducono in disagi per le donne e in costi per la cittadinanza: al personale obiettore gli ospedali sopperiscono, parzialmente, con costosi medici “gettonisti” (che in ogni caso non possono effettuare aborti del secondo trimestre).
Il metodo farmacologico, inoltre, è disponibile solo nell’8,2% delle strutture lombarde, a fronte del 18,2% della media italiana (si noti che in molti paesi europei l’aborto farmacologico supera abbondantemente il 50% fino al picco della Svezia dove oltre 9 IVG su 10 sono effettuate con la combinazione di farmaci).
Grazie alla nuova riorganizzazione e all’aumentata possibilità di accedere a tecniche molto più economiche di IVG, oltre ad offire maggior scelta per le donne, la proposta sarà a costo zero per la Regione e probabilmente prevederà un ulteriore risparmio di risorse.
Occorrono almeno 5.000 firme valide per presentare la proposta di legge.
La raccolta è attiva su tutto il territorio della Regione Lombardia, fino a metà aprile. Tutti i residenti lombardi sono invitati a firmare ai banchetti allestiti nelle strade, in occasione di incontri e manifestazioni e nei Comuni lombardi dove è depositata la proposta.
La mappa con i punti di raccolta e gli appuntamenti previsti è online sul sito www.abortoalsicuro.it ove sono reperibili anche il testo della proposta di legge e la sua relazione introduttiva.
Accanto ai tre promotori della proposta, Associazione Radicale Milanese Enzo Tortora, Associazione Luca Coscioni e Radicali Italiani, si sono raccolte le adesioni di numerosi gruppi (anche non strettamente politici) e associazioni (di operatori, di militanza per i diritti civili e per la laicità delle istituzioni, di cittadine e cittadini sul territorio…) a sottolineare l’urgenza e la condivisibilità del tema: AGITE (Associazione Ginecologi Territoriali)-Lombardia, ALiDA (Associazione Libere Donne Attive), ARCIATEA, Casa delle donne di Milano, Casa per la pace Milano, Certi Diritti, Collettivo AG!TAmente, Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni-Milano, Consultori Privati Laici, Coordinamento Genitori Democratici Milano, Donne Democratiche, Federazione dei Verdi-Milano, Gruppo Più Europa Bergamo, Gruppo Più Europa Cittadinanza Attiva, Liberi e Uguali in Lombardia, Movimento 5 stelle – Lombardia, Movimento 5 stelle – Milano, Naga, Chiesa Pastafariana Italiana, Possibile-Lombardia, PRO-CHOICE Rete Italiana Contraccezione e Aborto, Sinistra X Milano, UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti).
La proposta di legge in 10 punti:
1. Le informazioni (procedure, accesso ai servizi) sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) saranno comprensibili, esaustive e facili da reperire anche online e per telefono.
2. Qualunque consultorio o ambulatorio regionale potrà prendere appuntamenti in ogni territorio regionale, senza imporre alla donna estenuanti ricerche o code.
3. Le attività, la qualità dei servizi e la loro omogeneità sul territorio saranno monitorate annualmente e sarà promossa l’implementazione e una maggiore efficienza dei servizi, ove necessario.
4. I consultori familiari diventeranno i primari coadiutori delle attività ospedaliere per la fruizione dei servizi di IVG e saranno riqualificati per: fornire migliore assistenza (anche grazie all’eventuale potenziamento delle attrezzature) e partecipare ad alcune fasi delle procedure di IVG (es. aborto farmacologico, oltre alla certificazione).
5. Tutte le strutture ospedaliere garantiranno la gestione dei casi urgenti in tempi brevi e certi.
6. Sarà eliminato l’obbligo di ricovero per l’IVG farmacologica grazie a day hospital a più accessi, e si potranno svolgere alcune fasi della procedura anche presso il consultorio.
7. Le strutture accreditate per le prestazioni di procreazione medicalmente assistita e di diagnosi prenatale dovranno assicurare continuità terapeutica alle donne che richiedano l’aborto in esito a diagnosi di anomalie fetali o di rischi per la paziente, accompagnando la donna nelle proprie scelte.
8. Le donne che richiedono l’IVG riceveranno, durante o subito dopo la seduta, una consulenza contraccettiva e, se richiesto, saranno forniti e/o applicati gratuitamente contraccettivi (inclusi quelli a lungo termine) presso l’ospedale.
9. Alle donne che non riescono a reperire farmaci contraccettivi di emergenza sarà fornita assistenza per immediato reperimento.
10. La Regione istituisce e finanzia corsi di formazione e di aggiornamento sulle tecniche chirurgiche e farmacologiche di interruzione della gravidanza, sulla contraccezione, nonché su tematiche epidemiologiche, psicologiche e sociologiche correlate.