#Moltopiùdi194: un convegno per chiedere la gratuità della contraccezione e l’eliminazione degli ostacoli all’aborto farmacologico
Non tornare indietro: molto più di 194
Roma, 28 settembre 2018, ore 10.00-13.30
Sala del Refettorio della Camera dei Deputati
Via del Seminario, 76
“Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile”, recita il primo articolo della legge n.194 del 1978. Oggi in Italia questo diritto è messo a repentaglio su due fronti.
1. Il costo dei mezzi contraccettivi non è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale e troppo oneroso per tante donne, coppie, famiglie in difficoltà economica acuita dalla crisi.
Il tema è stato oggetto di una petizione promossa dal Comitato per la contraccezione gratuita e responsabile, che ha raccolto più di 63 mila firme, e di una conferenza tecnica che il 14 febbraio scorso ha dimostrato come la gratuità della contraccezione sia non solo necessaria, ma anche economicamente sostenibile. Lo dimostrano le linee di indirizzo di Puglia, Emilia Romagna e Piemonte.
2. Ostacoli ingiustificati limitano l’accesso all’aborto farmacologico, una tecnica sicura ed economica che nel nostro Paese è impiegata solo nel 15,7% dei casi, largamente sottoutilizzata rispetto agli altri Paesi europei dove l’interruzione volontaria di gravidanza è legale.
Su questo obiettivo si è organizzata di recente la rete nazionale Molto+di194, che intende mobilitare l’attenzione pubblica sulla necessità, a tutela della salute delle donne, di allinearsi a quanto già succede in altri paesi europei, spostando il limite temporale entro cui è possibile ricorrere a questa tecnica e rendendola accessibile in day hospital, ambulatori, consultori attrezzati.
La rete nazionale Molto+di194, formata da operatori e operatrici della sanità e da associazioni della società civile, vuole portare queste due istanze all’attenzione del Ministero della Salute, AIFA e Conferenza Stato-Regioni e prospettare soluzioni concrete. Per questo, in occasione della Giornata Mondiale per l’Aborto Sicuro, il prossimo 28 settembre, terrà una conferenza pubblica dal titolo “Non tornare indietro: molto più di 194!” presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, dalle ore 10.00 alle ore 13.30.
«Dal 2016, quando alcuni contraccettivi orali sono stati trasferiti dalla classe A alla classe C, in Italia tutti i mezzi anticoncezionali farmacologici o meccanici sono interamente a carico delle cittadine e dei cittadini. La concreta difficoltà di regolare la propria fertilità, programmando e distanziando adeguatamente le gravidanze, ma anche la scelta obbligata del contraccettivo meno adatto, hanno un evidente impatto negativo sulla salute fisica e psicologica delle donne in condizioni di fragilità economica», spiega Marina Toschi, ginecologa del Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole.
«Agli ostacoli per la contraccezione ordinaria si somma la difficoltà di accedere all’occorrenza ai farmaci per la contraccezione di emergenza, le cosiddette pillole del giorno dopo e dei cinque giorni dopo, che l’ultima revisione della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana ha mancato di includere nella lista dei medicinali da tenere obbligatoriamente in farmacia», aggiunge Pietro Puzzi, ginecologo del Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole.
«Le linee di indirizzo del Ministero della Salute per l’interruzione volontaria della gravidanza farmacologica impongono il ricovero ordinario dall’assunzione della RU486 al momento dell’espulsione, che richiede in media tre giorni. Non vi è alcuna evidenza scientifica della necessità e dell’appropriatezza di questa misura, che comporta disagi per la donna e spese inutili per il servizio sanitario», osserva la ginecologa Mirella Parachini. «Inoltre, l‘Agenzia Europea del Farmaco prevede la possibilità di utilizzare la pillola RU486 per l’aborto farmacologico entro il 63° giorno di amenorrea. In Italia, invece, l’uso del farmaco è limitato ai primi 49 giorni di amenorrea. Spesso le donne che chiedono l’interruzione non fanno in tempo a ottenerla entro le prime sette settimane e quindi devono ricorrere all’aborto chirurgico, senza avere la possibilità di scegliere la tecnica che preferiscono».
Patrocini:
Associazione Vita di donna
Associazione Ginecologi Territoriali (AGITE)
Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI)
Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC)
Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto (AMICA)
Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’Applicazione della legge 194/78 (LAIGA)
Con il sostegno di
Il Trust nel nome della donna
All’evento è stata invitata la Ministra della Salute On. Giulia Grillo.
ATTENZIONE
La conferenza è aperta al pubblico, ma per partecipare è tassativo iscriversi entro giovedì 20 settembre all’indirizzo c.valsecchi@gmail.com fornendo nome e cognome.
Alla stampa è richiesto nome e cognome, data e luogo di nascita, testata, numero di tesserino. È necessario inoltre segnalare la presenza di tutte le attrezzature per la registrazione di suoni e immagini: macchine fotografiche, pc e registratori.
Contatti per la stampa
Eleonora Cirant
eleonora.cirant@gmail.com
Maria Cristina Valsecchi
c.valsecchi@gmail.com
Cartella stampa
- comunicato-stampa
- programma
- contraccettivi-essenziali di cui chiediamo la rimborsabilità
- Petizione aborto farmacologico
- Petizione contraccezione gratuita
- breve sintesi sull’Atlante Europeo della Contraccezione atlante-contraccezione
- scheda sulle condizioni di accesso alla contraccezione in Italia situazione-italiana-contraccezione
- le delibere delle Regioni Puglia, Emilia Romagna e Piemonte sulla gratuità dei mezzi contraccettivi
- • il resoconto della conferenza tecnica del 14 febbraio scorso
- • il testo della legge 194/78 testo-legge-194
- • l’ultima Relazione Ministeriale sullo stato di attuazione della legge 194 relazione-ministeriale-attuazione-194
- • una scheda sulle tecniche utilizzate in Italia per l’IVG chirurgica e farmacologica tecniche-ivg
- • una scheda sulle cifre dell’aborto in Italia aborto-cifre